Stamattina sentivo parlottare Leonardo e Asia, in modo anche acceso. Così mi sono soffermata vicino alla porta della loro cameretta per origliare meglio.
Asia stava distribuendo le mascherina, una al fratello e un’altra per lei:
-Leo tu prendi questa che è da maschio, vedi c’è il signore che va nello spazio.
Poi mostrandogli un altro pacchetto continua con tono sempre più acceso:
-Queste sono mie, le vedi? Queste sono da femmina. Sono rosa. Mentre queste hanno i fiori, e queste l’arcobaleno. I maschi queste non le possono mettere!
Lui la guarda un po’ spazientito ed esclama:
-Ma smettila! Queste sono stereotipi sulle differenze di genere. Non bisogna farle, sono delle stupidaggini. I colori non sono maschi o femmine, e neppure i disegni. Non è perché una cosa è rosa è da femmina. E non perché c’è lo spazio è da maschio. Ognuno può mettere quello che vuole, l’importante è che gli piaccia.
A scuola, qualche giorno fa, proprio in classe di Leonardo hanno iniziato un progetto dal titolo “educare alle differenze” e sono riusciti nel loro scopo: creare una generazione migliore. Ora sta a noi annaffiare la piantina che è stata seminata.
Bisogna investire sui nostri figli se vogliamo cambiare il mondo, non basta acquistare un’auto elettrica o mettere i pannelli fotovoltaici sulla casa per proclamarci difensori dell’ambiente. Ma bisogna attuare piccoli cambiamenti ogni giorno e con costanza.
Leggevo una notizia riportata su diversi quotidiani on line il cui titolo era più o meno questo: “mascherine rosa per la polizia, indecorose per la divisa”. Si sono mobilitati anche i sindacati perché il rosa stona con la virilità della divisa… ops con “l’immagine dell’istituzione”. Come se poi uno scegliesse di chiamare i carabinieri invece della polizia perché i primi hanno le mascherine azzurre e gli altri rosa. Perché è il colore di una mascherina che rende affidabile un’istituzione, un professionista o un’insegnante. Che poi forse si è pure dimenticato il vero scopo della mascherina che è quello di proteggerci da un virus che non guarda se sei maschio o femmina, forte o debole, alto o basso, intelligente o meno, se ti vesti con la gonna o con i pantaloni. E’ un virus a cui non interessa come siamo per lui siamo tutti uguali. Ecco forse dovremmo imparare da lui. Nella diversità siamo tutti uguali.
Dopo aver letto questa incredibile ma veritiera storia sono sempre più orgogliosa dei miei bambini che stanno contribuendo a cambiare il mondo.
Asia si era già imbattuta in una richiesta di chiarimento sul mondo femminile. Era l’anno scorso quando ha iniziato la prima elementare e vedeva i compagnetti che si fidanzavano e si davano teneri bacetti. Una sera prima di dormire mi disse:
-Mamma ma le femmine si devono sposare per forza?
Io rimasi un po’ frastornata dalla domanda e dopo averla fissata un momento le risposi che non è obbligatorio, ma si può stare anche da soli, con la mamma o con le amiche o i fratelli. Lei rassicurata andò avanti con le curiosità.
-Ma è obbligatorio avere dei bambini? Le femmine fanno tutte dei bambini o si può non farli?
Io non nascondo che ero davvero stranita da tutte queste richieste fatte prima di dormire e così dal nulla.
-Certo che puoi non avere dei bambini, io ho diverse amiche che non sono mamme e sono felici lo stesso. Devi scegliere tu. Ma sono cose a cui tu ancora non devi pensare, sei una bambina. Per pensare se avere dei bambini e un marito devi essere laureata. (La laurea a casa nostra è molto usata per indicare un tempo molto lontano).
Tutta soddisfatta ha posato la testa sul cuscino e mi ha detto:
– Ah allora io farò la scienziata! Buona notte.
Non mi è restato che augurarle dei dolci sogni. Sperando di aver abbattuto uno stereotipo sull’essere donna.
E tu hai mai affrontato il tema degli stereotipi sulle differenze di genere con i tuoi figli, o nella scuola che frequentano sono stati fatti dei progetti su questo tema?