Buone notizie dal fronte della parità di genere: “il modello Cristoforetti segna una svolta, al modello mamma italiana”
Samantha affida i suoi figli al marito, e sceglie il lavoro. Intanto sul web oltre a questa notizia, impazza il curriculum della Cristoforetti a cui si chiede di mandare un “meteorite così ne possiamo uscire tutti con più dignità”.
Guardiamo la realtà da un altro punto di vista. La Cristoforetti non cambia il modello genitoriale ma utilizza quello che è normale nel resto d’Europa. Il signor Lionel Ferri è originario della Francia e già questo la dice lunga. Infatti la Francia è uno dei paesi top per sostegni alle famiglie. Ed entrambi vivono da molti anni in Germania, paese in cui sono nati anche i loro bambini. La Germania è un altro super paese in cui metter su famiglia. Pensate che in Germania danno un assegno parentale, Elterngeld, che fornisce sostegno ai genitori che non lavorano o lavorano ad orario ridotto (massimo 30 ore settimanali)per accudire i figli e la stessa cosa avviene in Francia. In Italia se vuoi accudire i figli perdi il 70% dello stipendio, con la maternità facoltativa.
Per cui non parliamo più di “modello Cristoforetti”, perché nella cultura in cui è cresciuta è tutto molto normale. Il “modello mamma italiana” non è una scelta della nostra penisola, ma un obbligo nei confronti dei nostri figli, perché non abbiamo altre alternative.
Purtroppo siamo in Italia e o hai i nonni, o prozie o qualche parente stretto che è pronto ad aiutarti con un preavviso di 5 minuti oppure se devi prendere un aereo per lavoro, all’ultimo momento, e assentarti per qualche giorno, puoi dire addio al tuo impiego perché non sai a chi lasciare i tuoi bimbi. E una baby-sitter con gli stipendi che abbiamo nel nostro paese non puoi permettertela, se non per qualche ora pomeridiana.
Ma guardiamo più da vicino le nostre famiglie italiane e il “modello mamma italiana”.
Luca e Maria (due nomi a caso), dopo anni di fidanzamento si sposano, hanno entrambi un bel lavoro e pensano alla carriera. Ma ad un certo punto sentono il bisogno di allargare la famiglia e nasce Lucia.
Maria è piena di ossitocina (l’ormone dell’amore) e dopo aver portato Lucia con se per 9 mesi ora è molto diffidente a lasciarla a qualcuno, ma Lucia la notte non dorme. Maria si sveglia sempre. Luca dorme. Maria allatta Lucia. Luca non ha il latte. Quando Maria chiede aiuto, Luca dice che è stanco perché ha lavorato e che si deve svegliare presto e soprattutto lui non ha il latte. Maria impara a far da se. Lucia cresce, ma tra il nido e il clima, la bimba si ammala spesso. Maria sta spesso a casa, prova a chiedere aiuto a Luca che però non se la sente perché non vuole fare il lavaggio del naso alla bimba, e neppure metterle la supposta. Allora Maria continua a chiedere giorni di permesso al lavoro. Un giorno c’è sciopero a scuola e Maria chiede a Luca di poter stare a casa lui e questa volta accetta. Quando torna a casa la sera Maria trova tutti i giochi fuori posto, le pentole da lavare, la bambina ancora in pigiama. Luca è sul divano, la bimba davanti alla tv. Allora la mamma chiede spiegazioni e inizia ad innervosirsi. Il papà risponde che è dovuto stare con la bimba e che non poteva fare il resto.
Gli anni passano, le estati senza servizi come centri di vacanza pure, e così le vacanze invernali.
Luca e Maria hanno pensato spesso di chiamare una baby sitter ma i soldi non bastano. Maria ha provato a chiedere un part-time al lavoro ma non l’è stato concesso. E’ difficile conciliare un lavoro che ti porta 10 ore lontano da casa e la famiglia.
Luca e Maria hanno lo stesso tipo di contratto ma non si sa bene perché Luca percepisce di più di Maria. E Luca non ha il carico di doveri familiari che deve sostenere Maria. Così pensano a quale potrebbe essere la situazione più ottimale. Maria rinuncia ai suoi sogni di diventare Responsabile di alcuni punti vendita di abbigliamento. Ha studiato molto, ha diversi master anche conseguiti all’estero oltre ad una laurea magistrale in Marketing comunicazione e Retail. Ma purtroppo non ha nessun parente che possa aiutarla.
Ecco questa storia è quella che accomuna molte famiglie. Se Luca si fosse messo più in discussione, magari Maria oggi sarebbe un po’ come la Cristoforetti. Se ci fossero stati dei sussidi in più alla famiglia, dei servizi per i bambini durante la chiusura delle scuole, se fossimo stati più Tedeschi o Francesi. Maria ce l’avrebbe fatta a realizzare il suo sogno.
Il pregio non è della Cristoforetti ma di suo marito, della rete familiare e del paese in cui vive.
C’è qualcuno che dice che la nostra Italia sia vecchia. Ed è vero. Un paese giovane investe sulla famiglia, sulle nuove generazioni e sulla cultura. Noi no. E nessuno si lamenta.
Leggevo sul Giornale.it del 7 maggio un articolo dal titolo: “quattro mamme su 10 smettono di lavorare. L’Italia è tornata a 70 anni fa”. Già solo questo mi mette una tristezza che non posso spiegare.
Poi si scorre il testo e mi salta subito all’occhio “chi si tiene il lavoro lo fa Part-time (39,2%) questo vuol dire che il 39,2 % delle lavoratrici è a orario ridotto, per occuparsi di anche della famiglia. Ma questo vuol dire percepire meno stipendio. Fortunati i tedeschi che hanno l’assegno parentale.
In Italia 42,5 % delle donne con figli tra i 25 e i 54 anni è non occupata. E non perché non ci sia un lavoro ma perché non ci sono aiuti nei confronti della famiglia.
Nel 2020 più di 30.000 donne con figli hanno rassegnato le dimissioni per motivi familiari.
Save the Children racconta in breve la vita di noi mamme italiane definendola così “le mamme sono alla continua ricerca di un equilibrio tra vita familiare e lavorativa, spesso senza supporto e con un carico di cura importante” .
La pandemia ha semplicemente amplificato tutto questo.
Eppure sarebbe così facile e semplice applicare un modello europeo di welfare familiare, in cui ne beneficerebbero tutti: Stato, Famiglie e Aziende.
Ridurre i contributi sulle assunzioni di donne con figli, assumendole in regime part-time aiuterebbe le aziende e stimolerebbe le assunzioni di donne con figli;
Dare un sussidio alle donne che lavorano part-time per accudire i figli, si ridurrebbe la disparità salariale all’interno della famiglia e le donne non perderebbero capacità economica;
Ma tutto questo si traduce in un aumento del reddito familiare perché molte più mamme cercherebbero un lavoro e avrebbero più possibilità di essere assunte, e porterebbe ad un aumento delle entrate per lo stato perché il reddito è tassabile e l’imposta (Irpef) sul reddito è proporzionale al guadagno;
Inoltre anche i consumi aumenterebbero perché non c’è una contrazione del reddito e quindi non si devono fare rinunce.
Non stiamo parlando di grandi riforme ma di semplici passi che devono essere obbligatori per supportare la natalità, la genitorialità, la famiglia del nostro paese. Sinceramente sono stanca di leggere sui giornali o sentire notizie che riportano i numeri sopra. Non ha senso fare queste ricerche e dare informazioni se poi nessuno vuole fare nulla. E’ come dire che in Giappone adesso piove. Io sono in Italia, questa notizia lascia il tempo che trova.