Da quando sono mamma le vacanze sono il mio peggior incubo. Sono diventata allergica ai ponti e ai momenti di relax. Adoro l’estate per il clima ma le vacanze che porta con se,  mi provocano uno stress da genitore correlato.

Faccio il conto alla rovescia per le vacanze di Natale e Pasqua, e inizio a pensare a possibili soluzioni per conciliare la nostra vita familiare-lavorativa. A ogni inizio anno scolastico la prima cosa che guardo sono i possibili ponti, e mi attivo già a settembre per trovare un centro estivo a prezzi umani.

Si dice che noi genitori vediamo la scuola come un parcheggio. E in parte è così. Io la vedo come un parcheggio con il meccanico, l’autolavaggio e il benzinaio. Porti la macchina in uno stato che pietoso è un complimento, e te la danno irriconoscibile. Non è che la parcheggi e basta, ma intanto che sta lì misurano la pressione delle gomme, controllano i freni, l’olio e l’acqua dei tergicristalli, mettono il pieno e poi te la restituiscono pulita.

Per me la scuola potrebbero tenerla aperta anche solo 2 ore al giorno per 3 giorni alla settimana, se i bambini riuscissero ad apprendere tutto, ma il punto è “dove mettiamo i bambini?”. Non voglio dire che i nostri bambini siano degli oggetti, ma oggettivamente sino a 12 anni non puoi lasciarli a casa da soli e incustoditi.

Il punto non è scuola aperta, per sempre, ma diamo dei servizi alle famiglie per la custodia dei bambini.

Ci vorrebbe un servizio alternativo, tipo un centro estivo o invernale.

Negli ultimi anni tutti s’inventano centri estivi  per il mese di giugno e luglio, pochissimi per agosto, quasi nessuno per settembre. Ma tutti hanno in comune il prezzo elevato. Dalle mie parti ci vogliono circa €130 a settimana dalle 9 alle 16,30. A cui devi aggiungere €10 se devi lasciare il bimbo prima delle 9, e altri €10 per farlo rimanere a giocare sino alle 18. Immaginate quanto spende chi ha tre figli… questo è uno dei motivi per cui io ne ho fatti due e basta.

Ma giusto per fare i conti in tasca alle persone. Una famiglia con due lavoratori guadagna circa €1300 a persona, i più fortunati in due portano a casa €3000. A cui togliamo €600 di mutuo, €300 di rata della macchina, €200 di condominio, €250 di pieni della macchina (€125 ad auto), un forfait di €150 al mese di bollette, €400 di spesa mensile. Ti rimangono €1100. Ora è giugno e devi pagare il centro estivo per quattro settimane dalle 8 alle 18. Ti rimangono €600. Che purtroppo non metterai da parte perché a tuo figlio servono i vestiti estivi. Se poi di figli ne hai più di uno? Sei proprio fregata!

Si fanno proteste per il caro benzina e nessuno protesta per il caro centro estivo.

Ecco a me queste cose mi fanno arrabbiare. Io non ho scelta se mandarli o no, e neppure posso scegliere se lavorare oppure no.

E siamo solo a giugno. Prova a pensare al mese di agosto, quando anche i centri estivi chiudono. E tu hai solo due settimane di ferie ma anche il mese di agosto ha 4/5 settimane, ed è pure lungo perché ha 31 giorni. Ma agosto non poteva essere invertito con febbraio? Sicuramente chi ha creato il calendario era un uomo e senza figli.

Ecco perché le vacanze sono il mio peggior incubo.

Il comune offre dei centri estivi che chiudono a fine luglio. Perché poi pensano che i bambini li congeliamo. E mi piace che le istituzioni usano la parola pari opportunità, o walfare. Forse anche loro hanno le idee confuse.

Per  fortuna ci sono ancora gli oratori che offrono dei prezzi  a misura di famiglia. €50 a settimana a bambino dalle 8 alle 17 è un prezzo più che accessibile, peccato che terminano ai primi di luglio. Ma già un mese è andato.

Ora mi rivolgo proprio alle istituzioni, a chi parla di crescita zero perché non si fanno figli. Di chi parla di disoccupazione femminile, di pari opportunità e tutte queste parole che a me piacciono tanto.

Tra me e mio marito meglio che lavora lui e io sto a casa, primo perché il suo contratto essendo uomo è pagato di più, anche a parità di mansioni. Secondo perché almeno la casa rimane in ordine e i bambini vengono seguiti nelle attività pomeridiane e di studio.

Non è un ragionamento che si può sentire nel 2022. Ma a volte è obbligatorio e necessario.

Quindi care istituzioni,

ho trovato la soluzione!

Durante le vacanze che siano di Natale, Pasqua o estive non importa. E visto che ci siamo anche i fine settimana, perché ci sono molte famiglie che lavorano anche il sabato e la domenica. Tenete aperti gli edifici scolastici. Senza usare la scusa che bisogna fare manutenzione agli edifici scolastici, che tanto non la fate mai o se la fate, abbiamo visto che siete in grado di programmarla per il primo giorno di scuola. Ci sono tante insegnanti che hanno lavorato per pochi giorni l’anno, e che prendono la disoccupazione. Voi invece che pagare la disoccupazione le assumete per questi periodi di vacanza, loro lavorano e prendono punteggio, al pari delle colleghe che sono state supplenti durante l’anno scolastico. E si occuperanno di attività laboratoriali: immagine, educazione motoria, scienze, geografia, musica,  italiano creando un bel giornalino o un libro, laboratori di lettura e tanto altro che durante l’anno non si può fare per mancanza di tempo. Aiutano i bimbi nei compiti. Non devono spiegare nulla di nuovo. La scuola viene fatta dalle insegnanti di classe. Questi possono essere approfondimenti. Non dovete neppure fornire il pranzo: i bambini porteranno il pranzo al sacco. Le famiglie pagheranno una quota uguale a quella dell’oratorio. Luglio, agosto, vacanze di Pasqua e Natale è a vostro “carico”.

Ma questo discorso cara istituzione dovrebbe valere anche per l’asilo nido e per la scuola dell’infanzia, dove sino al 30 giugno le lezioni proseguono regolarmente ma luglio e agosto anche qui tutto chiude. Magari per queste fasce d’età dovete includere il pasto. Ma all’asilo nido per questi due mesi potreste chiedere di portare i pannolini che sono molto costosi e alla scuola materni l’astuccio con colori e tempere e acquerelli.

Questo vuol dire dare un servizio alle famiglie. Un’ultima postilla, mi raccomando gli orari, che siano dalle 8 alle 18 o dalle 7,30 alle 17,30. Perché se fossero dalle 9 alle 16,30 allora non ci siamo proprio, vuol dire che non avete capito nulla sui servizi alle famiglie.

Io sono sicura, care istituzioni, che se v’impegnate trovate la giusta soluzione, potete applicare in toto la mia che non vi chiedo nessun diritto d’autore e non vi mando neppure la parcella per la consulenza. Il mio è un atto di puro amore nei confronti delle famiglie messe male come me, che da quando hanno dei bambini hanno l’ansia da genitore correlato appena sentono la parola “vacanza”.

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