Sesto giorno di DAD…
Siamo così giunti al sesto giorno di didattica a distanza, per gli amici anche conosciuta come DAD, e tutto procede nell’ordinaria follia. Dovrei essere abituata alla didattica a distanza: è dal 2020 che mi trovo, a giorni alterni, ad essere un misto tra una badante, un’insegnante in stage, una segretaria, un addestratore di circo, una psicologa e un’esaurita.
Rispetto a due anni sto capendo molto più le dinamiche dell’apprendimento e della frustrazione dei miei piccoli scolari. Ops figli. Sono fiera dei loro progressi che avvengono anche per merito mio.
La DAD a casa nostra non cambia le abitudini di scuola perché i bambini hanno bisogno di una routine per cui sveglia sempre alle 7.15. Poi di corsa: colazione, lavaggio denti, vestizione, rifacimento letti, discorsi con Alexa, ripassata veloce delle ultimo festival di Sanremo per riempirci di buonumore, strimpellata alla chitarra, lettura di scienze e qualche minuto per giocare, prima di andare in cucina per la prima ora di lezione.
Questa mattina Leonardo dava consigli d’uso alla sorella:
-Asia non ti devi vestire per forza, puoi stare in pigiama e metti solo la felpa, tanto non ti vedono i pantaloni!
Peccato che i fossi in agguato:
-Il pigiama si tiene solo se si è in ospedali o malati e costretti a letto. Non seguire le chicche di tuo fratello, grazie.
Così Asia a malincuore si è vestita anche questa mattina, lasciando il tepore del pigiama piegato sul letto.
Dopo aver portato Leonardo a scuola, sono corsa nuovamente a casa dalla piccola Asia. Finalmente sono le 9 e lei inizia lezione.
Ecco qui il primo intoppo.
La maestra non sente. I bambini si accorgono e iniziano a urlare come se avessero visto il loro cantante preferito entrare nell’arena per il concerto. Così si avvisa la maestra dell’inconveniente. Dopo aver ripristinato il silenzio, c’è il primo bambino che soffrirà d’incontinenza e chiede di andare in bagno. Sono appena trascorsi solo 30 minuti dall’inizio della lezione che Carlotta ha una gran fame ed esterna lizza a tutti la sua voglia di pizza. Poi c’è Tommaso che tiene il tempo:
-Maestra, ma quante cose devi fare che mancano ancora solo 45 minuti?
-Devo fare il giusto, ora stai attento, per piacere.
L’insegnante, sorridendo rincuora Tommaso e continua con la spiegazione ma a casa di Camilla il microfono è rimasto acceso così si sentono la mamma e la nonna parlottare:
– Ma perché questi bambini non vanno a scuola?
-Perché la scuola è chiusa.
– Ma cosa dice la maestra, non si capisce nulla.
– Per favore bambini spegnete i microfoni!
Sospira la maestra.
Poi la linea di Marcello inizia a dare problemi, così esce dalla lezione e quando torna:
-Maestra ma dove siamo arrivati, mi si è tolta la connessione?
– Non ti preoccupare siamo sempre alla riga 45 di pagina 37
– Ma da dove parto a contare?
– Dalla prima riga.
Asia si esercita a fare la contorsionista: piedi sulla sedia, ginocchia rannicchiate, braccia che tengono le gambe, tutta seduta storta. Io dopo essermi accertata di avere il microfono spento:
– Ma come sei seduta?
– Uffa! Mamma …
-Vedi di stare composta che ti mando al Circo.
La lezione continua. Quando ad un certo punto qualcuno scopre gli sfondi e vedi che iniziano a cambiare ambientazione chi nel deserto, chi in riva al mare, chi sullo spazio.
– Mamma ma come si cambiano gli sfondi?
Mi chiede Asia, con uno sguardo incuriosito e furbino.
-Gli sfondi? Non usarli che non è un gioco sei a scuola!
Rispondo io, sentendo l’eco di mia madre…
Ad un certo punto squilla il mio telefono. Il lavoro mi chiama. Questa volta dall’Inghilterra. Mentre sfodero il mio inglese, e presto attenzione a quello che mi dicono. Sento Asia singhiozzare con la testa sul tavolo, nascosta dalle braccia. Panico. Cerco di mettere muto il telefono e di capire che succede. Troppo complicato. Fingo una mancanza di segnale e di non sentire il sig. Bob e stacco la telefonata. Mi occupo della tragedia che sta avvenendo a distanza:
-Volevo dire io la cosa, ho parlato solo 2 volte!
Piagnucola Asia.
– Eh dai pensa che qualcuno non ha parlato neppure una volta, poi tu sei brava, le cose le sai devi dare precedenza a chi ha delle difficoltà.
Rispondo cercando di risolvere in fretta la crisi diplomatica, sfoderando tutte le mie conoscenze sull’emozioni.
– Si ma io volevo parlare, la maestra non mi vuole.
Ma perché farsi tutti questi problemi se la maestra ti vuole o non ti vuole. Ma in queste occasioni ci si rende conto quanto sono importante le insegnanti. Addirittura si fa a gara per le loro attenzioni, si piange.
-Ma che dici, la maestra ti vuole tanto bene. Ma sa che tu leggi tutte le sere, altri non lo fanno e deve farli allenare.
Appena in tempo per convincerla che mi richiama il signor Bob, continuo la mia telefonata.
Finalmente è l’intervallo. Ho 15 minuti di pausa. Ho 15 minuti per lavorare. Anzi no solo 10 perché devo preparale la merenda.
L’ora seguente continua senza tanti intoppi. E tra un non ho capito, non sento, una penna che manca, e una pipì che scappa, la lezione è finita. Ma appena si chiude il collegamento ecco che arrivano i compiti:
- ricopiare le due schede sul quaderno viola;
- studiare la tabellina del 25 per 25 volte;
- imparare a memoria le prime due pagine di Oliver Twist in Inglese
- inviare il disegno di arte “una giornata di pioggia” all’insegnante tramite Classroom.
La giornata non è finita per nulla, siamo solo all’inizio. E anche oggi lavorerò domani. Non vedo l’ora che questa DAD finisca, sono proprio stanca. E Asia ha bisogno di tornare in classe, dai suoi compagni e dalle sue maestre.
Però l’essere così Multitasking fa aumentare la mia autostima, anche oggi sono stata un SUPER EROE!